Nel panorama aziendale contemporaneo, l’outsourcing si configura come un elemento cruciale per ottimizzare le operazioni e concentrarsi sulle attività principali. In questo articolo, esamineremo in dettaglio il concetto di outsourcing, analizzando i suoi vantaggi e le tipologie.
L’outsourcing è la strategia di assegnare ad un’azienda esterna un processo necessario per il funzionamento della propria attività, al posto di sviluppare questo processo internamente.
È un termine inglese traducibile letteralmente come “approvvigionamento esterno”, meglio conosciuto in italiano come esternalizzazione.
Questa strategia consente alle imprese di concentrarsi sulle competenze centrali, abbattendo i costi operativi e potenziando l’efficienza complessiva.
Di solito, un’azienda ricorre all’outsourcing quando:
✅ Mancano figure professionali con le necessarie competenze per svolgere quella funzione.
✅ Preferisce allocare le risorse a disposizione su altri progetti.
✅ Vuole evitare di farsi carico dei vari costi di gestione (in termini non solo economici ma anche di tempo) di una determinata attività/processo.
Google lavora duramente per prendersi cura di tutti i suoi dipendenti interni a Mountain View, California. Ma i dipendenti interni non sono gli unici a godere dei vantaggi del lavoro in Google.
Da anni Google esternalizza il lavoro ai dipendenti remoti e ne trae ottimi benefici. Esternalizza tutto, dal lavoro di assistente virtuale al lavoro IT, allo sviluppo e altro ancora. Per non parlare dell’outsourcing dell’assistenza e-mail per AdWords, e non c’è alcuna discriminazione su chi assume.
Google non è l’unica azienda ad avere un mix di dipendenti a domicilio e dipendenti a distanza. In effetti, molte aziende combinano il servizio clienti nazionale con quello internazionale.
Il Business Process Outsourcing è un modello organizzativo che prevede l’esternalizzazione dei processi interni secondari da parte di un’azienda (outosorcee) in affidamento ad uno o più partner esterni (outsourcer), per conseguire una migliore allocazione delle risorse ed una maggiore competitività sul mercato.
Il BPO è una pratica in cui un’azienda decide di affidare a terze parti specifici processi o funzioni non core del proprio business.
Questi processi possono riguardare una vasta gamma di attività, come la contabilità, il customer service, la gestione delle risorse umane, il marketing, la gestione dei documenti e molti altri.
Grazie al Business Process Outsourcing, quindi, le aziende possono esternalizzare tutte quelle attività ritenute secondarie al di fuori della loro struttura, affidandone la gestione a società partner che si incaricano per loro conto di espletarle.
In tal modo, tutte le risorse che dovrebbero essere dedicate internamente, sono “risparmiate” per servizi ed attività più inerenti il core business aziendale, riducendo di molto i costi ed aumentando la competitività sul mercato.
L’esternalizzazione delle attività produttive avviene praticamente in tutti i settori. Le piccole o medie imprese trovano nell’outsourcing un sostegno per attività a cui non potrebbero far fronte internamente, per via della limitatezza delle proprie capacità.
Le grandi aziende, anche multinazionali, possono, con tale modello organizzativo, risparmiare tempo, soldi ed in generale risorse da poter allocare altrove, dove più necessario.
In questo articolo tratto dal CENSIS puoi trovare altri numeri sulla diffusione dell’Outsourcing in Italia:
Per “fasi” si intendono i vari momenti e i diversi aspetti dello sviluppo di un processo di esternalizzazione, rimangono generalmente invariate a prescindere dal livello di outsourcing: operativo, tattico o strategico.
Analisi e Pianificazione: L’azienda identifica le attività da esternalizzare e stabilisce gli obiettivi del progetto.
Selezione dei Fornitori: Si effettua una ricerca accurata per individuare fornitori affidabili e competenti.
Contrattazione e Negoziazione: Si stabiliscono i termini, i costi e le responsabilità attraverso contratti dettagliati.
Transizione e Implementazione: Si inizia con la fase di transizione, in cui le attività vengono gradualmente trasferite al fornitore esterno.
Gestione e Monitoraggio: L’azienda controlla costantemente le attività esternalizzate per garantire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti.
In ogni azienda esistono processi che caratterizzano il business ed altri che possono essere definiti di “supporto”, con una complessità che aumenta all’aumentare del numero di attività che compongono un processo.
Combinando queste due dimensioni possiamo individuare quattro tipologie di outsourcing: tradizionale, tattico, di soluzione, strategico.
Riguarda attività di supporto con basso grado di complessità che non risultano essere rilevanti ai fini della competitività aziendale, come la gestione delle paghe e i servizi comuni.
Presentano un basso grado di complessità generale (un esempio potrebbe essere la gestione delle paghe).
La modalità di esternalizzazione più vantaggiosa in tale ambito potrebbe essere il ricorso a società di servizi che già forniscono prestazioni ad altri clienti, garantendo servizi di migliore qualità a costi più bassi.
Si applica a situazioni gestionali complesse ma non centrali nel core business aziendale, come la formazione del personale e lo sviluppo dei sistemi informativi. L’outsourcee deve delegare all’impresa esterna la gestione totale o parziale dell’area interessata, mantenendo comunque il controllo dei processi internamente.
Riguarda processi semplici e strettamente legati al core business (come il confezionamento di abiti progettati da un’altra azienda nel settore tessile). In questo caso è necessario che le due aziende abbiano una visione comune sotto l’aspetto operativo e strategico al fine di raggiungere gli stessi obiettivi.
Coinvolge attività complesse gestionalmente e talvolta molto vicine al core business. In questo caso, cliente e fornitore devono formare alleanze che comportano investimenti congiunti e l’integrazione delle culture aziendali. Si affrontano questioni importanti come il trasferimento del personale e la definizione delle regole contrattuali.
È opportuno ricorrere all’outsourcing quando:
👍 Si ha un aumento della complessità: Quando le attività aziendali diventano troppo intricate e richiedono competenze specializzate.
👍 Si ha necessità di flessibilità: Per affrontare picchi stagionali o periodi di crescita rapida.
👍 Si vuole ridurre i costi: Ottimizzare i costi operativi e concentrare risorse su iniziative strategiche.
👍 Si vuole accedere a risorse globali: Per sfruttare il talento e le risorse disponibili in tutto il mondo.
L’outsourcing rappresenta una strategia fondamentale per le aziende che intendono restare competitive in un mercato in rapida evoluzione.
Attraverso una pianificazione oculata e la selezione attenta dei partner esterni, le aziende possono massimizzare i vantaggi che questa pratica offre.
Con questa comprensione completa delle varie sfaccettature dell’outsourcing, sei ora pronto a considerare come questa strategia potrebbe essere una soluzione ottimale per la tua azienda.
Ti offriamo una prima analisi dei processi da esternalizzare!
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